La ricerca artistica intorno se stessi può spesso tradursi in una messa a nudo del proprio io dinanzi al medium artistico prescelto. Nascono così autorappresentazioni realizzate con ogni strumento espressivo: un dipinto, una scultura, una fotografia, un selfie, un video. Opere che sempre più sovente si traducono un un forte protagonismo del lato corporeo del proprio sé. Come se la propria presenza, e l’essenza di essa, debba inevitabilmente e inderogabilmente manifestarsi attraverso il confine fisico che circoscrive la propria identità.
Oppure no.
Daparox Breakfast è un progetto di questo genere: le fotografie realizzate sono un’operazione di sublimazione e di pacificazione con aspetti autobiografici carichi di momenti-cardine e istanti-svolta nella storia personale dell’autore. Le composizioni ricordano le nature morte tardocinquecentesche: la scelta dei soggetti, la consistenza della luce, il sapore dell’aria rimandano ad un’iconografia di chiara matrice caravaggesca. La rilettura farmacologica dei codici estetici tardorinascimentali però rende assolutamente contemporanea la portata concettuale delle fotografie: è nella relazione dinamica e intuitivamente roboante tra impianto rappresentativo storicizzato ed elemento estraniante - il farmaco - che si palesa il dato biografico e il tentativo di calma catarsi personale dell’autore.
